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ACUFENI

Non riesci più a sopportare quel fastidioso ronzio nelle orecchie?

Qui potresti trovare la soluzione

Gli acufeni o Tinniti sono un fenomeno percettivo che consiste nell‘avvertire ronzii o fischi nelle orecchie che, però, non provengono da nessuna fonte esterna. Possono costituire un problema di competenza ORL(otorinolaringoiatra), ma in molti casi può essere presente anche un coinvolgimento di tipo funzionale. Spesso una disfunzione osteopatica rappresenta non tanto la causa primaria di un acufene ma un elemento aggravante, andando semplicemente a peggiorare una sintomatologia già in atto.

Ma come può l’osteopatia intervenire sugli acufeni??

Per capire come una disfunzione osteopatica possa colpire il funzionamento dell’organo dell’udito bisogna considerare alcune evidenze anatomiche. La perilinfa, cioè il liquido in cui sono immerse le strutture dell’orecchio interno, è in stretto rapporto con il liquor, il liquido in cui è immerso il Sistema nervoso centrale.

A questo livello esistono dei piccoli canali in cui la perilinfa e l’orecchio interno comunicano in maniera diretta con il liquor. Questo fa sì che una disfunzione cranio-sacrale, che influenza direttamente la fluttuazione del liquor, possa avere effetti diretti sulla perilinfa e quindi sulla fisiologia dell’udito, come del resto anche dell’equilibrio.

A tutto questo si aggiungono possibili coinvolgimenti vascolari soprattutto a carico del circolo vertebrale.

Infine bisogna ancora considerare la connessione diretta dell’orecchio medio con l’articolazione temporo mandibolare (l’articolazione della mandibola o ATM) attraverso i legamenti Oto-Mandibolari. Sono il legamento disco malleolare di Pinto, che nasce dal martello (uno degli ossicini dell’orecchio medio) e corre al tessuto retrodiscale mediale dell’ATM, e la parte anteriore del legamento malleolare, che si inserisce sul martello e si collega con la lingula della mandibola tramite il legamento sfenomandibolare (Rowicki e Zakrzewska 2006).

Il legamento di Pinto fa sì che una disfunzione dell’ATM, cioè della mandibola, possa interferire con la fisiologia dell’orecchio medio e quindi, in definitiva, con la funzione uditiva; alcuni tipi di acufene derivano proprio da disfunzioni dell’ATM.

Nella pratica clinica abbiamo riscontrato, varie volte, nei pazienti sofferenti di ACUFENI, la disfunzione della prima vertebra cervicale – C1 o Atlante.

Riducendo la sublussazione dell’Atlante, quandopresente, gli ACUFENI si sono sempre ridotti e spesso sono scomparsi del tutto. Una irritazione e tensione del muscolo cervicale posteriore sub-occipitale può aumentare gli input afferenti ai nuclei vestibolari nel tronco encefalico, che potrebbero dar luogo agli ACUFENI.

È comunque opportuno precisare non tutti gli acufeni sono di natura osteopatica e che quindi  la revisione osteopatica è sempre consigliabile in seconda battuta, dopo aver escluso tutte le altre cause a livello medico allopatico.

CASI REALI

A titolo esemplificativo riporto il caso di una Paziente di 34 anni che presentava da alcuni mesi acufeni a fischio all’orecchio sinistro e vertigini. All’esame osteopatico presentava l’osso mascellare sin in rotazione esterna e una dinamica craniale in flessione laterale/rotazione sinistra, con una posteriorità di C0-C1 a sinistra. Sulla base dei test dinamici del cranio è stata approfondita l’indagine anamnestica da cui in effetti è emerso che il Paziente ha cominciato a presentare questi problemi in seguito ad un’estrazione dentale.

Tale intervento ha compromesso la dinamica dell’osso mascellare corrispondente e quindi la dinamica dell’intero cranio. Ridotte le disfunzioni la sintomatologia è regredita in maniera piuttosto rapida.

Il Paziente è stato rivisto a distanza di una decina di giorni ed era completamente ristabilito. Quindi, non tutte le forme di acufeni possono essere corrette dall’Osteopatia ma è altrettanto vero che un’alta percentuale di pazienti con problemi di questo tipo possano trovare nell’Osteopatia una soluzione stabile.