FISIOTERAPIA, NEWS

LA COXARTROSI

 

Conoscete persone che soffrono di COXARTROSI?

A voi stessi è stata diagnosticata un’artrosi dell’anca e non sapete cosa fare, a chi rivolgervi?

Tutte le persone che soffrono di COXARTROSI devono necessariamente andare incontro ad un intervento di PROTESI?

Vediamo insieme di cosa si tratta e cerchiamo di fare un pò di chiarezza!

Per prima cosa, un’importante premessa da fare riguarda il fatto che bisogna sfatare il mito secondo il quale chi ha l’ARTROSI è MALATO e soffre di una patologia grave ed incurabile!

Si, avete capito bene, avere ARTROSI  a 40, 50 o 60 anni è del tutto NORMALE, in quanto, il processo artrosico è un processo DEGENERATIVO FISIOLOGICO  del nostro corpo, con il passare degli anni avviene in tutte le persone…pensate, infatti, ai vostri capelli…con il passare del tempo, invecchiando, sono diventati bianchi (chi più, chi meno) e l’artrosi funziona esattamente allo stesso modo, è un “invecchiamento” delle nostre ossa!

Tuttavia, questo processo del tutto naturale, non sempre segue un percorso fisiologico, infatti, ci sono casi in cui lo stato ed il grado di ARTROSI è talmente importante ed avanzato che può portare a DOLORE ed IMPOTENZA FUNZIONALE.

L’anca ,che è una delle articolazioni più importanti del nostro corpo, è costituita dalla TESTA DEL FEMORE che si inserisce all’interno dell’ACETABOLO (un incavo dell’osso iliaco che fa parte del bacino).

La testa del femore è ricoperta da uno strato di cartilagine che ha la funzione di levigare e rendere scorrevoli queste due superfici di contatto.

La degenerazione della cartilagine favorisce l’avanzare del PROCESSO ARTROSICO che può manifestarsi con DOLORE LOCALE e LIMITAZIONE ARTICOLARE.

SINTOMI

Chi soffre di COXARTROSI sa bene di cosa si tratta e, a seconda dei vari gradi di artrosi, può soffrire di un dolore più o meno forte, più o meno costante, localizzato nella parte anteriore dell’anca (INGUINE) o nella parte anteriore della coscia.

Il dolore può essere avvertito anche a livello del ginocchio e, qualche volta, anche nel gluteo.

Una delle caratteristiche principali della COXARTROSI è proprio la sua evoluzione: LENTA e PROGRESSIVA.

Inizialmente, infatti, può capitare di avere dolore locale in seguito ad un eccessivo sforzo che rientra facilmente con un pò di riposo, ma, col passare del tempo, il dolore può cominciare ad essere persistente e costante ed indipendente dalla attività di vita quotidiana.

CAUSE

Sono molteplici le cause che portano a soffrire di COXARTROSI e per prima cosa bisogna fare una netta distinzione tra COXARTROSI PRIMARIE e COXARTROSI SECONDARIE.

Nelle forme PRIMARIE non è possibile identificare una vera causa e, solitamente, si parla di una predisposizione naturale di quel soggetto a sviluppare tale problema. Le forme primarie di coxartrosi sovraggiungono con l’eta e con il normale processo di invecchiamento ed usura delle nostre ossa.

Le forme SECONDARIE di COXARTROSI, invece, possono colpire anche soggetti molto giovani (30, 40 anni).

In questi casi è sempre possibile risalire ad una precisa causa che ha scatenato il processo artrosico, il quale avanza in maniera più veloce.

Tra le cause più comuni abbiamo i TRAUMI, come per esempio le fratture, le LUSSAZIONI,  i PROCESSI INFIAMMATORI e le PATOLOGIE METABOLICHE O ENDOCRINE come per esempio il diabete e l’artrite reumatoide.

FATTORI PREDISPONENTI

In generale l’ETA’ è uno dei principali fattori predisponenti della coxartrosi, ma ci sono anche:

  • l’EREDITARIETA’ (predisposizione familiare)
  • IL PESO (perchè pesare troppo , essere obesi o in semplice sovrappeso, può affaticare le articolazioni delle anche più del dovuto)
  • ECCESSIVA ATTIVITA’ SPORTIVA (perchè alcuni tipi di sport, se fatti a livello agonistico, possono accelerare il naturale processo artrosico)

SOLUZIONI

Quindi chi soffre di coxartrosi, che sia un quarantenne o un sessantenne, deve andare incontro ad un intervento chirurgico?

Deve prendere farmaci?

Deve fare ginnastica?

La FISIOTERAPIA può aiutare, migliorare, o risolvere il problema?

Come potete ben immaginare ogni caso è diverso dall’altro ed ogni individuo, a seconda dell’età, del tipo lavoro che svolge, dei suoi obiettivi e suo stile di vita avrà una serie di soluzioni/opzioni che sono diverse da quelle di qualsiasi altro!

Inquadrare la SITUAZIONE INDIVIDUALE e gli OBIETTIVI  del paziente è molto importante per decidere se è il caso di intervenire con una terapia conservativa o andare incontro ad un vero e proprio intervento di protesi.

A tal proposito, volevamo raccontarvi la storia di un nostro paziente, il Signor Pasquale.

Pasquale aveva prenotato una VALUTAZIONE GRATUITA presso il nostro centro di medicina e fisioterapia ALBAMEDICA di ALBANO LAZIALE (via Verdi 10-12), ed era venuto per consultare il nostro responsabile di fisioterapia perchè era convinto di dover andare incontro ad un intervento di protesi dell’anca ed era molto preoccupato.

Pasquale aveva 65 anni e soffriva di questo dolore nella zona inguinale da qualche mese e che, alcune volte, il dolore scendeva anche nella coscia fino ad arrivare al ginocchio al punto tale da non permettergli più di fare le sue passeggiate mattutine con la moglie.

Insieme a Pasquale abbiamo deciso di consultare il nostro ORTOPEDICO, il quale, attraverso un’attenta anamnesi ed una VISITA accurata e precisa dei movimenti fisiologici dell’anca, ha consigliato di fare una RADIOGRAFIA per valutare il grado della sua artrosi.

L’esame diagnostico aveva confermato il sospetto del dottore, infatti, Pasquale, aveva una COXARTROSI dolorosa ma di un’entità tale che non era necessario affrontare un intervento di protesi, bensì un percorso conservativo di FISIOTERAPIA!

Abbiamo preso in carico Pasquale e abbiamo cominciato, così come indicato dall’ortopedico, con una PRIMA FASE di terapia antinfiammatoria: TECAR TERAPIA e LASER TERAPIA abbinate ad un ciclo di infiltrazioni locali di ACIDO IALURONICO.

In, seguito, passata la fase acuta, siamo passati alla SECONDA FASE: TERAPIA MANUALE ed ESERCIZI DI KINESI. Pasquale, infatti, non aveva solo dolore locale, ma, col passare del tempo, aveva cominciato a zoppicare e ad usare sempre meno l’anca dolorosa provocando un indebolimento  della muscolatura di tutta la gamba.

La TERAPIA MANUALE ci ha permesso di recuperare gran parte della mobilità articolare che Pasquale aveva perso e gli esercizi di KINESI hanno permesso che Pasquale potesse  recuperare la forza e LO SCHEMA DEL PASSO, smettendo di zoppicare.

Il percorso riabilitativo di Pasquale è durato circa un mese e mezzo, durante il quale ha fatto tre sedute settimanali di FISIOTERAPIA in un primo periodo e solo due in un secondo.

Ad oggi Pasquale non ha più dolore e sa bene che il suo è un problema degenerativo e che non può fermare l’artrosi della sua anca, ma ha capito che può aiutarsi con degli specifici esercizi  di MANTENIMENTO (rinforzo e allungamento) che gli abbiamo assegnato e che lui fa tutte le mattine da solo a casa prima di andare a fare la sua lunga passeggiata con la moglie!

DOTT.SSA MINA SILIBERTO

 

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