FISIOTERAPIA, NEWS

LA CAPSULITE ADESIVA

La CAPSULITE ADESIVA, detta anche SPALLA CONGELATA, è una patologia di cui non se ne conosce ancora la causa, che interessa la capsula articolare della spalla.

la CAPSULA ARTICOLARE è una “struttura” costituita da tessuto connettivo che ha il compito di avvolgere completamente l’articolazione della spalla.

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Quando questa capsula si restringe o si infiamma si va incontro ad una problematica che in fisioterapia/ortopedia viene chiamata CAPSULITE ADESIVA.

Chi ha sofferto di questo problema o chi attualmente ne soffre sa di certo che è una condizione molto dolorosa ed estremamente invalidante.

Il dolore, localizzato principalmente nella spalla, ne limita il movimento e spesso risulta costante e aumenta durante il sonno.

La CAPSULITE ADESIVA si presenta frequentemente nelle donne dai 35 ai 50 anni (sebbene ne possano essere colpiti anche gli uomini) ed è spesso associata a MALATTIE METABOLICHE, come il diabete, ipo o iper tiroidismo, problematiche AUTOIMMUNI e MENOPAUSA.

Ad oggi i ricercatori non hanno ancora ben capito l’eziologia di questa patologia, tantomeno il perchè colpisca determinate persone piuttosto che altre.

La sua manifestazione è progressiva, infatti, di solito il paziente racconta di un dolore insorto spontaneamente che è aumentato piano piano con il passare dei giorni associato ad una notevole riduzione dei movimenti (PRIMA FASE).

In seguito il dolore locale tende a diminuire e diminuisce anche l’articolarità, infatti il paziente non riesce più a muovere bene la spalla che è molto rigida (SECONDA FASE) e che non permette i più semplici movimenti come allacciarsi il reggiseno, infilarsi la manica di una giacca, pettinarsi e lavarsi il viso.

Purtroppo per questo tipo di problema non esiste una vera e propria prevenzione, tuttavia, è importante che venga fatta una DIAGNOSI PRECOCE ed un adeguato PERCORSO RIABILITATIVO.

Spesso capita che il paziente temporeggi prima di consultare il medico e prima di avere la corretta diagnosi, difatti, quasi sempre, accogliamo nel nostro studio pazienti che hanno questo problema già da qualche mese, che hanno raccolto pareri in giro tra amici e familiari e che hanno fatto terapie antinfiammatorie auto-prescritte senza alcun risultato ma che non hanno mai fatto un’adeguata visita medica o valutazione fisioterapica.

A tal proposito oggi vi vogliamo raccontare la storia di Giovanna, 45 anni, maestra di tennis.

Quando Giovanna è arrivata nel nostro studio aveva dolore alla spalla destra da circa 5 mesi.

Ci ha raccontato che lavorava dalle tre alle sette ore al giorno e che da qualche tempo aveva dovuto diminuire le sue ore di lavoro perché non riusciva più a muovere bene la spalla e che faceva fatica a riposare perché il dolore era molto forte anche di notte.

Durante la nostra prima VALUTAZIONE Giovanna, a causa del forte dolore, non riusciva nemmeno a sdraiarsi sul lettino, ci ha raccontato che il dolore era insorto spontaneamente, senza avere avuto alcun trauma e senza aver svolto alcuna nuova attività.

Purtroppo, sebbene Giovanna avesse assunto diversi antinfiammatori e fatto qualche massaggio, non aveva mai risolto il suo problema ed il dolore continuava ad aumentare.

Quando si era,  finalmente, resa conto che nessuno aveva preso in carico il suo caso si è rivolta a noi chiedendoci cosa doveva fare e come poteva risolvere il suo problema.

Abbiamo subito spiegato a Giovanna che, in questi casi, una CORRETTA E TEMPESTIVA DIAGNOSI era fondamentale e che, dunque, avrebbe dovuto fare una VISITA SPECIALISTICA ORTOPEDICA.

Abbiamo fatto visitare Giovanna dal nostro ortopedico, il quale, attraverso un’approfondita anamnesi ed una serie di test ha consigliato di eseguire una risonanza magnetica.

La risonanza di Giovanna aveva confermato la diagnosi di SPALLA CONGELATA.

In collaborazione con il nostro ortopedico abbiamo preso in carico Giovanna che inizialmente ha dovuto sottoporsi a dei cicli di adeguate terapie farmacologiche per ridurre il suo dolore ed in seguito ha dovuto ricorrere ad un ciclo di infiltrazioni locali (corticosteroidi) affiancato dalla FISIOTERAPIA: TECAR TERAPIA, TERAPIA MANUALE, ESERCIZI DI MOBILITA’ PASSIVA ED ATTIVA secondo un preciso protocollo con lo scopo di eliminare totalmente il dolore e migliorare fino a recuperare completamente a mobilità articolare.

Giovanna è stata seguita per un periodo di circa 6 mesi perché, purtroppo, tale patologia, ha dei tempi di recupero molto lunghi soprattutto quando non viene tempestivamente inquadrata nella giusta maniera e curata col corretto approccio farmacologico e fisioterapico.

Il percorso riabilitativo di Giovanna ha previsto tre sedute di fisioterapia settimanali nei primi due mesi ed in seguito abbiamo deciso di lavorare due volte a settimana per poi continuare con dei trattamenti di mantenimento che ad oggi Giovanna non fa più perché sta bene, è tornata in campo con tutte le sue forze, con articolarità totale e senza dolore!

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