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TUMORE ALLA PROSTATA, LA PREVENZIONE VINCE

Un cancro silenzioso, che si manifesta solo in fase finale. Meglio prevenire

Un nemico silenzioso attacca sempre più uomini in Italia e nei Paesi occidentali: il tumore alla prostata.

Tecnicamente definito carcinoma prostatico, è la neoplasia non cutanea più diagnosticata trai maschi adulti. Oltre 457.000 casi attesi in Italia nel 2018. Dopo il tumore polmonare, risulta la più diffusa di morte per cancro. In Occidente provoca un tasso di mortalità dal 2,8 fino al 4,7%: cioè, ogni cento colpiti, ne fa morire tra quasi 3 e quasi 5. Questa malattia aumenta di pari passo con l’ipertrofia prostatica “benigna” (IPB), altra patologia tipicamente maschile che può comportare vari disturbi urinari secondari all’ingrandimento della ghiandola prostatica.

Il tumore alla prostata attacca in modo importante la vita sociale e relazionale dell’uomo, andando a incidere anche sulla vita di coppia. Una grande empatia con la compagna è dunque fondamentale. Insieme, però, ad un convinto e attivo prendersi cura di sé. Il carcinoma prostatico è una malattia particolarmente insidiosa, che nella stragrande maggioranza dei casi è assolutamente asintomatico nelle sue fasi iniziali: non si fa sentire né vedere quando arriva, ma si manifesta clinicamente solo in fase avanzata. La prima, fondamentale ed efficace arma contro i tumori è la prevenzione: grazie ad essa, il 92% dei pazienti italiani con tumore alla prostata risulta guarito (sopravvivenza nei 5 anni). La scoperta negli anni ’80 del PSA (Antigene Prostatico Specifico) ha portato ad una rivoluzione nella diagnosi del carcinoma prostatico. È quel che in gergo si chiama marker, una spia del problema che consente la diagnosi di molti più tumori in fase precoce. Si è così drasticamente ridotta la percentuale di morti per cancro prostatico, a prescindere dal grado di gravità della malattia (European Journal of Cancer, nov. 2016).

Niente allarmismi, dunque! Il PSA non è un marker “tumore specifico”, se sale non significa necessariamente che c’è un tumore. Va quindi combinato con visita urologica, dosaggio periodico di PSA, ecografia prostatica trans-rettale ed eventuali altre indagini (RM prostatica con spettroscopia, PCA3, biopsia prostatica). Tutto ciò è la migliore arma per diagnosticare in fase precoce il carcinoma prostatico e quindi garantire sempre più il successo terapeutico. Ciò consente all’urologo anche di ben intervenire sui sintomi dell’ipertrofia prostatica benigna (ti svegli di notte per urinare, vai più spesso in bagno anche di giorno per urinare, ridotto getto urinario ecc.).

Perciò già dopo i 40 anni è consigliabile verificare con l’esperto urologo. Niente panico, ma è bene non rinviare.

Il rischio di essere colpiti dal tumore alla prostata aumenta con il crescere dell’età e si manifesta soprattutto dopo i 45 anni.

Albamedica il 16 e il 17 novembre ti offre la visita urologica gratuita.

Solo su prenotazione telefonica.
Dott. Simone Mariani, urologo